‘L’uomo dallo sguardo benevolo sarà benedetto, perché dà del suo pane al povero’
(Proverbi 22:9).

Cari fratelli, questo mese vi parlerò di un ministerio che il Signore ha dato ad ogni credente, il ministerio del dare, e considereremo i benefici che si ottengono quando si dona per il regno di Dio.

Nell’elenco dei ministeri spirituali vi è infatti anche il ministero del dare. Romani 12:8 afferma: “Chi dà, dia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le faccia con gioia”. L’apostolo Paolo si sofferma spesso sul tema delle offerte per aiutare i credenti a fronteggiare la ‘carestia’ presente nella loro amministrazione. Offrire aiuto, appoggio e denaro a quanti sono nel bisogno e soprattutto offrirli per l’opera del Signore, è uno dei principali insegnamenti della Bibbia.

Davide scrisse: “Il giusto ha pietà” (Salmo 37:21). Giovanni Battista predicava: “Chi ha due tuniche, ne faccia parte a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto” (Luca 3:11). Gesù stesso insegnò spesso sull’argomento del dare, in Matteo 6:1-4. Gesù non si limitò solo a parlarne, ma diede da mangiare agli affamati, guarì i malati, insegnò ai poveri e costantemente si prodigò per gli altri.

Dare, per il credente, dovrebbe essere una cosa naturale come respirare e pregare. Un figliuolo di Dio nato di nuovo metterà se stesso, i suoi talenti e tutto quello che ha a disposizione per Dio. Un figliuolo di Dio si lascerà guidare dallo Spirito Santo per sostenere la sua chiesa e i poveri nel bisogno. Offrendo con generosità, il credente scoprirà che è vero quanto Gesù stesso disse: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere” (Atti 20:35).

I credenti macedoni non ritenevano che dare fosse un dovere difficile o pesante. Essi lo consideravano un privilegio! Per questi credenti offrire era un atto di culto al Signore, un ministerio guidato dallo Spirito Santo, perché l’apostolo Paolo precisa: “Prima hanno dato se stessi al Signore”. Tutto ciò che possedevano era di Dio e quindi doveva essere usato secondo la Sua volontà. Il denaro ha la sua importanza nell’opera di Dio ancora oggi, ma il Signore vuole più del nostro denaro: Egli vuole noi! E noi? Doniamo noi stessi a Dio insieme alle nostre offerte?

Quando ci diamo davvero a Dio, non è difficile offrire generosamente qualsiasi cosa abbiamo per l’opera Sua. Se i giudei sotto la legge erano tenuti a dare la decima di tutte le loro entrate a Dio, è ragionevole pensare che i credenti che vivono sotto la grazia dovrebbero offrire a Dio almeno la decima parte delle loro entrate.
Ma quali sono i risultati del dare?

Quando diamo allegramente e volenterosamente, per amore del Signore, la grazia del dare porterà molti e buoni risultati. Per prima cosa realizzeremo una gioia autentica nel servire il Signore ed il prossimo in questo modo. Inoltre le risorse nella chiesa saranno tali da permetterle di far fronte ad ogni bisogno.

La regola stabilita da Dio secondo su cui si raccoglie in proporzione a quello che si semina è ancora valida, ed è proprio in virtù di essa che Dio è pronto a benedire materialmente quanti si dispongono a sostenere l’opera Sua. Questa legge si applica agli individui, alle famiglie, alle chiese e alle nazioni. “Quello che l’uomo avrà seminato, quello raccoglierà” (Galati 6:7). Questa affermazione non descrive un concetto astratto, ma rappresenta una delle leggi universali stabilite da Dio. In agricoltura scegliamo noi il seme di ciò che vogliamo mietere. L’apostolo Paolo sottolinea l’importanza della generosità nel dare: molto seme = raccolto abbondante.

Gesù stesso insegna: “Date e vi sarà dato” (Luca 6:38). L’apostolo Paolo in 2 Corinzi 9:8 ci mostra che Dio benedice un donatore generoso sia materialmente che spiritualmente: “Dio è potente da far abbondare su di voi ogni grazia, affinché, avendo sempre in ogni cosa tutto quel che vi è necessario, abbondiate per ogni opera buona”. La frase “abbondiate per ogni cosa” indica più che la semplice ricchezza materiale. Un atteggiamento sbagliato può rovinare il raccolto di benedizione che vuole accordarci, “perché Dio ama un donatore gioioso”. La gloria di Dio è lo scopo di ogni nostra offerta cristiana.

Ritengo estremamente importante sensibilizzare ogni credente ponendo enfasi sulla benedizione che il dare attira sulla vita di ognuno di noi. Non voglio privare la fratellanza di una preziosa benedizione, trascurando di insegnare questa verità.

La mia preghiera è che una giusta attitudine nel dare si sviluppi in ogni credente, per sostenere la chiesa locale, per le opere missionarie e per aiutare i credenti bisognosi.

Concludo ricordando la promessa del Signore che troviamo in Malachia 3:10: “Portate tutte le decime alla casa del tesoro, perché ci sia cibo nella Mia casa; poi metteteMi alla prova in questo’, dice il Signore degli eserciti; ‘vedrete se Io non vi aprirò le cateratte del cielo e non riverserò su di voi tanta benedizione che non vi sia più dove riporla”. Che si realizzi nella vita di ognuno di voi!

Past. Samuele Pellerito